Er carillon

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di Anna Caterina Marino

È vecchio. Mezzo rotto, imporverato;
eppure, cor giraje la chiavetta,
ancora fa sentì la musichetta
d’un motivo famoso der passato.

’Ntruppano su quer fregno aruzzonito
le note a una a una, piano piano;
sorteno fora dannose la mano,
ripetenno quer sono all’infinito.

La ballerina ride e fa l’inchino
su lo specchio oramai mezzo appannato,
conzumato dar tempo e dar destino.

Er congegno se ferma: s’è straccato.
La ballerina, vista da vicino,
cià l’abbituccio stinto e conzumato.