Washington colpisce i prodotti cinesi e Pechino risponde invitando gli Usa a fugare prima possibile le preoccupazioni per queste misure; potrebbe a sua volta rivedere il regime per le importazioni di beni di provenienza americana dal valore di tre miliardi di dollari. L’ex première dame Carla Bruni dichiara la sua ammirazione per Nicolas Sarkozy posto in libertà vigilata dopo venticinque ore di interrogatorio: sono fiera di te, amore mio, della tua forza e di come sai resistere a tutto e nonostante tutto questo fango. Non si commuovono però gli inquirenti che insistono nelle contestazioni di corruzione passiva, finanziamento illegale e ricettazione di fondi pubblici libici. Nella corsa contro il tempo vince il tribunale supremo spagnolo contro gli indipendentisti catalani, dodici dei quali sono stati rinviati a giudizio, a partire da Carles Puidgemont esule in Belgio; la procura chiede l’arresto anche di Jordi Turull che non potrà essere eletto alla presidenza nella seduta di oggi senza la presenza fisica in aula. Sarebbe ineleggibile il leader dell’opposizione Mose Katumbi Chapne che in Congo vorrebbe sfidare l’attuale capo dello stato Joseph Kabila Kabange: risulterebbe pugliese avendo acquisito la cittadinanza italiana a San Vito dei Normanni. Solo politici invece i problemi alle prime battute della legislatura: si spacca la coalizione di centrodestra per il lancio della candidatura di Anna Maria Bernini da parte del leader leghista Matteo Salvini a palazzo Madama. E proprio in questa assemblea è tornato il senatùr Umberto Bossi, che nel novantaquattro aveva provocato la caduta del primo governo Berlusconi dopo poco più di otto mesi dall’insediamento.