La neve non è solo olimpica

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Sembrava cosa fatta e invece no: negli Usa la paralisi federale scongiurata da un accordo bipartisan al senato è scattata per la seconda volta perché l’assemblea è stata bloccata dall’iniziativa ostruzionistica dell’ex candidato repubblicano alla presidenza Rand Paul che ha parlato per sei ore facendo scattare la deadline senza l’approvazione dell’aumento della spesa e del tetto del debito. Si dovrebbe rimediare con una nuova decisione già nelle prossime ore, ma intanto la frittata è stata servita. Anche in Germania Martin Schultz stava per diventare ministro degli esteri e invece no: Sigmar Gabriel, che aveva ceduto la guida del partito socialdemocratico allo stesso Schulz, lo ha costretto al passo indietro per evitare la bocciatura della Grosse Koalition nel referendum vincolante indetto per il 20 febbraio. I risultati saranno resi noti il 4 marzo, data fatidica anche per noi in quanto coincide con le elezioni politiche. Si sono inaugurate  le olimpiadi invernali a PyongChang, dove la delegazione nordcoreana è capeggiata da Kim Yo-jong, sorella minore del leader Kim Jong-un, che potrebbe invitare a PyongYang per il 15 agosto il suo omologo del sud Moon Jae-in per festeggiare insieme l’anniversario della liberazione della Corea dall’occupazione del Giappone imperiale. La neve non è solo una prerogativa olimpica nella città dei giochi dove si registrano anche temperature polari: si attende che, dopo Mosca e Parigi, infiocchetti Chicago nell’Illinois come pure altre regioni del Middlewest come Indiana e Michigan. Tutto è pronto per l’evento: sono stati cancellati seicento voli nella sola Chicago e sono stati predisposti trecento mezzi antineve e duecentoventimila tonnellate di sale.

Lillo S. Bruccoleri