La notizia la diffonde il «Washington Post» e la Casa Bianca non smentisce: nell’incontro con Emmanuel Macron il presidente Usa gli avrebbe offerto un accordo commerciale più vantaggioso nel caso di uscita della Francia dalla Unione europea. Si conclude all’alba il vertice di Bruxelles che ha scongiurato la spaccatura tra i vari paesi, ma non ha sciolto i dissidi di fondo. Il corrispondente del quotidiano «Le Monde» Jean-Pierre Stroobants spiega che l’Italia ha ottenuto di fatto l’insabbiamento del decreto di Dublino sui migranti, che in teoria resta in vigore e potrebbe essere modificato a ottobre. Giuseppe Conte esulta e parla di un successo all’ottanta per cento, che Matteo Salvini ridimensiona scendendo al settanta e riservando una valutazione alla verifica dei fatti; intanto conferma il blocco dei porti anche per i rifornimenti delle navi umanitarie e ripete lo slogan: l’Italia la vedranno soltanto in cartolina. La soluzione adottata soddisfa i conservatori bavaresi che per il momento non insistono nella defezione dal governo ventilata dal ministro dell’interno Horst Seehofer che avrebbe potuto far cadere il governo di Angela Merkel. Il presidente d’oltralpe dichiara in conferenza stampa che i centri di accoglienza si faranno solo nei paesi di primo sbarco e non in Francia, ma il premier italiano lo smentisce osservando che all’alba Macron era stanco. Questi centri si faranno su base volontaria e i quattro paesi dei Visegrad si sentono appagati dall’avere evitato l’obbligatorietà: l’ungherese Viktor Oban parla di grande vittoria, il polacco Mateusz Morawiecki di gigantesco successo, mentre lo slovacco Peter Pellegrini e il ceco Andrej Babis si limitano a esprimere la loro soddisfazione. Clamoroso risultato del sondaggio lanciato da Cinquestelle sul proprio profilo social: battuto il taglio ai vitalizi dei parlamentari, a favore dei quali si è pronunciato un buon 62 per cento.