Rallenta l’economia italiana

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Nel Libano dove il popolo è stato chiamato alle urne dopo nove anni si sono avuti due vincitori: Michel Aoun, presidente cristiano del Paese dei cedri, e Hassan Nasrallah, leader massimo di Hezbollah, partito che ha portato in parlamento giovani donne che si sentono libere dal velo fuori dell’ambito familiare. A sette anni dalla rivoluzione dei gelsomini si sono tenute nel comune di Tunisi le elezioni amministrative e a vincerle è stata una donna, Souad Abderrahim, farmacista cinquantaquattrenne candidata dal partito islamico Ennhadha: sarà il primo sindaco ed è interessante sapere che non porta il velo e indossa spesso il tailleur. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha dichiarato di voler mantenere fede all’intesa sul nucleare anche se gli Stati Uniti la sconfessassero, ma l’Unione europea dovrà garantire che la repubblica islamica ne trarrà comunque dei benefici. Continua il braccio di ferro tra la Catalogna e il governo centrale spagnolo, che si aspetta per mercoledì l’accoglimento da parte della corte costituzionale del ricorso contro la legge che consente la rielezione a distanza del presidente in esilio Carles Puigdemont. Nell’ultima nota mensile dell’Istat si osserva che nell’economia italiana si rafforzano i segnali di rallentamento delineando uno scenario di minore intensità della crescita; del pari in peggioramento risulta la fiducia di imprese, famiglie e consumatori. Al termine delle ultime consultazioni, il capo dello stato si appella alla responsabilità dei partiti per dare vita a un governo neutrale che lavori fino al 31 dicembre anche per varare la legge di bilancio; ma aggiunge doverosamente che se fosse bocciato dalle camere si voterebbe a luglio o in autunno. Le prime risposte sono negative da parte di cinquestelle e lega, che vogliono subito le elezioni e le interpretano come un ballottaggio puntando al quaranta per cento e al conseguente premio di maggioranza.

Lillo S. Bruccoleri