Storie italiane

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Guardiagrele in Abruzzo, un paesino della provincia di Chieti, forse non dice più molto a chi lo senta nominare; eppure qualche mese fa è balzato agli onori delle cronache per una singolare disputa tra due casalinghe, entrambe regolarmente sposate e madri di famiglia, che, naturalmente ignare dei mariti rispettivi (ignari a loro volta, supponiamo,della vicenda), si contendevano l’amore di un terzo uomo. Era questi un quarantenne scapolo impenitente, che però aveva costruito un doppio ménage illudendo le sue innamorate, una quasi coetanea e l’altra di una decina d’anni più giovane. Stanco e immaginiamo affaticato del doppio rapporto, a un certo momento ha fatto la sua scelta e si è liberato della donna più matura. Questa però non ha gradito l’affronto e ha cominciato a vendicarsi della rivale molestandola ripetutamente con l’uso del telefono.

A Roma un’altra storia di molestie vede questa volta protagonista una trentenne, allieva di un istituto di grafica, che insidia per anni la privacy della sua docente, di appena cinque anni più grande, che però non ne vuole sapere anche perché ha un ragazzo e vuole condurre una vita normale. La sua spasimante non demorde e la perseguita chiamandola di continuo, a tutte le ore, e persino forzando l’automobile del fidanzato per lasciarle un messaggio. Anche qui finisce davanti al giudice, ma in tutte e due le storie un altro è il tratto accomunante: la parte del protagonista la fa il telefono, ormai divenuto mezzo di aggressione e non solo di comunicazione spesso inutile e voluttuaria.

Lillo S. Bruccoleri

Dal Rugantino di martedì 11 giugno 1996

Nella foto: il rapper Fedez, all’anagrafe Federico Leonardo Lucia